09 Dicembre
«Perché lavori? Per bisogno. Perché non posso farne a meno. Perché desidero comprarmi una bicicletta nuova, una bicicletta che sia mia e soltanto mia, per pagarmi l’affitto di casa, o se una casa è pensare troppo in grande, di una stanza, magari con bagno, per cenare fuori di tanto in tanto, o solo per comprarmi qualcosa da mangiare e dei vestiti. In una parola non tanto per vivere, che forse, da quando si viene al mondo fino a che lo si lascia, è aspirazione eccessiva, qualcosa che quasi richiama la tracotanza del teatro greco, quanto per sopravvivere. Non morire, ecco. Ammesso che continuare a respirare sia meglio, cosa tutta da dimostrare ma il cui onere non è il caso di assumere ora»